Lui voce, Lui notizia

Per meditare

È legittimo domandarsi perché Gesù per il suo ingresso messianico in Gerusalemme abbia scelto l’asino di Efraim. Si deve sapere che l’asino di Efraim era un giovane puledro. Spesso era andato fino alla scuola: veniva aggiogato per tirare il carretto e sul carretto veniva caricato Efraim e l’asinello lo portava fino a scuola. Efraim infatti era paralitico e l’asinello ancora troppo giovane per i carichi pesanti si rendeva utile portando a scuola Efraim. Ciò nonostante, anche se andava a scuola tutti i giorni non aveva imparato nessuna lingua. Del resto era un asino.

Però ascoltava le confidenze in tutte le lingue: le confidenze di Efraim che parlava in modo un po’ confuso, le confidenze della mamma di Efraim che più che parlare piangeva, le confidenze della sorellina di Efraim che si esprimeva con le carezze più che con le parola, i discorsi del piccolo Marco, figlio di Simone di Cirene che non parlava neppure aramaico, ma greco. Ecco l’asinello di Efraim ascoltava tutti e tutti, parlando con lui, sentivano una specie di consolazione. L’asino di Efraim non si orientava nei sentieri dei campi e nelle viuzze della città. Non sapeva le strade. Infatti era un asino. Conosceva solo la strada per tornare a casa, da qualsiasi parte della regione. Perciò quando gli caricano Bartimeo, che era cieco, lo portava a casa senza mai smarrirsi. L’asino di Efraim non era di grande utilità e nessun personaggio illustre l’aveva mai cavalcato. Quella gente sceglie sempre i bei cavalli vigorosi ed eleganti, mentre lui era solo un asino. Era perciò il divertimento dei bambini, mite e paziente com’era. Perciò gli saltavano in groppa, si facevano portare a passeggio, insomma giocavano con lui. E sembrava che anche lui si divertisse. Quel giorno, quando il Signore ne ebbe bisogno, fu il suo giorno di gloria. Gli gettarono sopra i loro mantelli e Gesù vi salì sopra. Intorno l’entusiasmo, le acclamazioni, le preghiere, la festa, la citazione degli antichi profeti. Insomma portando Gesù anche l’asino di Efraim era al centro dell’attenzione e della scena. Gesù non fece quella volta nessun discorso memorabile. Disse una parola solo per lui, l’asino di Efraim. Gli disse infatti: “Ho bisogno di te!”. E pensare che era solo un asino! Quando Gesù entrò nel tempio, nel gran mercato del tempio, la folla si disperse e quanto all’asino, come promesso, Gesù lo rimandò subito, per l’unica strada che l’asino conosceva, la strada di casa. L’asino che aveva accompagnato il Signore e introdotto il regno che viene nella città di Davide, tornato a casa non raccontò a nessuno della gloria e della folla. Infatti non sapeva spiegarsi: era un asino. Ma era un asino felice. 3. La missione dell’asino di Efraim: portare il regno che viene. Dopo aver portato in città il Signore, mentre tutti acclamavano: Osanna, benedetto il Regno che viene, osanna! L’asino di Efraim continuò la sua vita da asino, ma aveva la persuasione che la sua non fosse una vita qualsiasi, ma piuttosto una missione. La missione dell’asino Efraim, dopo quel giorno memorabile, era quella di realizzare la profezia di Isaia: allora sarà stabilito un trono sulla mansuetudine (Is 16,5). Introdurre il Regno che viene in una storia di tiranni e di devastazioni è possibile solo con la mitezza, la mansuetudine, la pazienza di tirare il carro, la tenacia di portare il giudice sollecito del diritto e pronto alla giustizia. La missione dell’asino di Efraim era quella di portare il peso e le pene di tutti coloro che sono tribolati dalla vita, essere disponibili ad ascoltare, pronti a servire, affidabili nel portare che non può andare da solo. La missione dell’asino di Efraim era quella di far divertire i bambini, anche senza compiere grandi imprese, anche se inadatto ai lavori pesanti, anche se troppo giovane per rendersi veramente utile, però disponibile per la gioia semplice dei bambini che cercano un amico per giocare. La missione dell’asino di Efram era quella di portare a casa, da qualsiasi parte, Barttimeo, il cieco e tutti quelli che si sono perduti. L’asino di Efraim conosceva solo la strada di casa, era solo un asino! Ma con questo offriva salvezza a chi si era smarrito e li portava fino a casa. Per questo Gesù scelse l’asino di Efraim per il suo ingresso messianico nella città di Davide. E per questo l’asinello si è meritato d’essere citato più volte nei Vangeli Ora noi non siamo asini, siamo forse gente importante, che parla diverse lingue, che conosce molte strade, che frequenta personaggi famosi e che sa compiere imprese memorabili. Però io sarei lieto di continuare la missione dell’asino di Efraim, a servizio della mansuetudine, a consolazione dei tribolati, per la gioia dei bambini, per portare a casa chi è cieco e si è perduto. A me basterebbe, anche se non sarò citato nei Vangeli come l’asino di Efraim.

(Mons. Mario Delpini, Messaggio per la quarta domenica di Avvento)

Avvisi

Dal 16 dicembre inizia la novena di Natale: alle ore 17.00 per i ragazzi e i preadolescenti in chiesa; alle ore 20.45 per i giovani e adulti, anche in streaming, con benedizione della contrada che animerà la celebrazione. Inizierà la contrada S. Maria.

Domenica 20 dicembre, alle ore 12:00, le campane suoneranno a festa e ogni famiglia è invitata a pregare con il foglio che verrà distribuito e sarà scaricabile dal sito della parrocchia. Il parroco benedirà a distanza tutte le famiglie della parrocchia. Durante la Messa delle 10.30 verranno benedetti i Gesù bambini che verranno messi nel presepe.

– Durante il tempo d’Avvento l’Arcivescovo propone il “Kaire” delle ore 20.32. È possibile seguire questo momento di preghiera quotidiana su ChiesaTV (canale 195), Radio Marconi, Radio Mater, oppure sul portale della Diocesi.

– Questa settimana la Caritas ci invita a donare tonno e riso.

– Continua l’iniziativa delle “Scatole di Natale” promossa della Caritas, è possibile consegnare il regalo al termine delle messe di sabato 12 e domenica 13 in chiesa oppure lunedì 14 e mercoledì 16 alla Caritas dalle 17 alle 19.

– Oggi, seconda domenica del mese raccogliamo le buste con le offerte straordinarie.