Avvisi 30 ottobre – 05 novembre 2023

Martedì 31 ottobre sospesa S. Messa ore 8.30. Sarà celebrata la s. Messa prefestiva alle ore 18.00 in Chiesa Parrocchiale

Mercoledì 01 novembre le S. Messe seguono orario festivo. Nel pomeriggio alle 15.30 momento di preghiera e processione al cimitero e a seguire castagnata in oratorio

Giovedì 02 novembre è sospesa la S. Messa alle 8.30 del mattino. Verranno celebrate le S. Messe alle ore 10.00 al cimitero e alle ore 21.00 in chiesa parrocchiale ricordando tutti i defunti dell’anno.

Sabato 04 novembre S. Messa ore 18.00 animata dalla Caritas

Domenica 05 novembre S. Messa ore 10.30 animata dalla Contrada San Carlo

Lui Voce, Lui Notizia…

Pensiero del don

Al pane eucaristico e a quello quotidiano che saziano, mentre «la sazietà dei capricci fa perdere il gusto dell’essenziale», si ispira la riflessione dell’Arcivescovo: «I discepoli, noi tutti, camminano ogni giorno in città e testimoniano il gusto per la vita, la gioia di essere vivi. Attraversiamo anche la città difficile e non siamo ingenui. Vediamo le complicazioni e il degrado. Avvertiamo il pericolo, il malumore, la rabbia e la cattiveria, ma non troviamo mai una ragione per provare disgusto della vita, della città e dei suoi abitanti». L’invito è a gustare la vita e i suoi tanti momenti e stagioni: «Essere giovani e gustare la giovinezza. Essere adulti e gustare la responsabilità. Essere genitori e gustare di donare vita e futuro. Essere anziani e vecchi e gustare di essere nonni. Essere uomini e donne e gustare di essere persone che si piacciono, che esprimono il gusto di vivere, di essere famiglia e accogliere e custodire la vita. Essere amici e gustare l’amicizia feconda di bene. Dare un aiuto a chi ha bisogno e gustare la gioia e il pane condiviso. Rispettare le regole del convivere e gustare la vita ordinata e il buon vicinato». Anche quando, non si nasconde l’Arcivescovo, vivere non è semplice: «Nella città difficile, nella vita complicata, nei tempi del grigiore e della paura, i discepoli fanno memoria di Gesù, come lui spezzano il pane e sperimentano che il pane è buono, il pane è abbondante. Eppure il pane non basta. Siamo forse destinati a non essere mai felici? Forse un dio invidioso ha destinato uomini e donne a essere sempre insoddisfatti, sempre dipendenti, sempre segnati dal bisogno? Perché il pane non basta? Perché il gusto della vita può degenerare in disgusto e desiderio di morte e rassegnazione a morire?», si chiede monsignor Delpini. Eppure Gesù, che si cura della folla affamata nel deserto, rivela l’intenzione di Dio che ha «la bellezza e la delicatezza del dono per cui tutto diventa segno, un aprirsi delle cose verso il mistero. Nella cura per ogni dono ricevuto, i suoi figli siano fieri e lieti di essere vivi, di essere capaci di coltivare la terra e di trarne il pane e il vino, a immagine del Creatore, capaci, cioè, di creare». E anche quando «Dio vide che le cose buone invece che dono erano diventate proprietà privata conquistata con la violenza, e i doni diventavano oggetto di contesa, di rapina, di violenza, ha continuato a donarsi». Per questo – conclude l’Arcivescovo – il XXVII Congresso eucaristico nazionale di Matera vuole essere «anche un rimprovero e un invito a conversione per tutto quanto abbiamo sbagliato e per come il dono di Dio è stato frainteso e ignorato. Ma soprattutto vuole essere un invito a fare festa e ringraziare. Il pane è buono, e Gesù nel pane consacrato non offre solo il gusto che piace e sazia il corpo, ma il dono che porta a compimento. Questa vocazione alla felicità che inquieta le persone e la città, il dono di sé che rende possibile partecipare alla sua vita, la vita del Figlio che spezza il pane e rende grazie e nel pane e nel vino si offre per la comunione con la vita di Dio, la vita eterna». Ormai è buio quando si compie il quinto momento del rito, con la preghiera universale in cui torna un pensiero alla guerra, l’Adorazione dell’Eucaristia, il tradizionale canto del Tantum ergo e la benedizione solenne.

(Omelia mons. Mario Delpini in occasione del Corpus Domini)

Avvisi della settimana

  • Lunedì ha inizio la 3° settimana di oratorio estivo per i nostri ragazzi.
  • Sabato 25, inizia la festa Patronale in oratorio con la risottata.
  • Domenica 26 alle ore 10.30 celebriamo il 50° dell’AVIS, al termine della celebrazione ci sarà un gustoso aperitivo, con l’inaugurazione della mostra del donatore.
  • Secondo le norme covid vigenti, da questa settimana l’uso della mascherina in chiesa è facoltativo e non più obbligatorio, resta obbligatoria l’igienizzazione delle mani all’ingresso.
  • Oggi, domenica 19 giugno, alle ore 21.00 dalla chiesa di madonna in campagna a Sacconago, ci sarà la processione comunitaria.

Lui Voce, Lui notizia…

Pensiero del don

Il giorno di Pentecoste, collocato 50 giorni dopo la Pasqua, è una grande festa nella Gerusalemme dei tempi di Gesù: in essa si celebra la consegna della Legge sul Sinai. È la festa dell’Alleanza,stretta da Dio con Adamo, con Noè, con Abramo e suggellata con la rivelazione fatta a Mosè nel tempo dell’Esodo dall’Egitto. Per questo nella città santa sono presenti «Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il Cielo» (I Lettura). A Pentecoste, nella pienezza dei tempi, Dio rinnova la sua Alleanza con la Chiesa nascente, alla presenza degli apostoli riuniti «nello stesso luogo», «perseveranti nella preghiera con le donne e con Maria, la Madre del Signore» (Atti 1,14), che non a caso, nel sabato che precede la solennità di oggi, la Famiglia Paolina, di cui Famiglia Cristiana è espressione e che fa dell’apostolato il centro della sua missione, venera come “Regina degli Apostoli”, celebrandone la memoria liturgica. Si festeggiava, dunque, nell’antica Pentecoste l’antica Legge, suggello dell’antica Alleanza; si festeggia ora, nella nuova Pentecoste e nella pienezza della Rivelazione, la nuova Legge dell’Amore, che Gesù ha messo a fondamento della Nuova Alleanza nel suo Sangue, e che si esprime nell’effusione dello Spirito Santo, Dio, Amore che vive in eterno con l’Amante (il Padre) e l’Amato (il Figlio). Questo grande giorno, che chiude il tempo di Pasqua, inaugura l’epoca della Chiesa, il tempo dello Spirito, quello della testimonianza, dell’annuncio, della salvezza, in cui noi viviamo e siamo chiamati a operare: chiave di lettura della solennità che celebriamo è proprio l’Amore che viene dell’alto, effuso nello Spirito che vivifica e rinnova la faccia della Terra (Salmo 103, responsorio). È lo Spirito, Amore, che tiene uniti gli apostoli, fortifica la Chiesa e consente che tutti siano una cosa sola, a immagine di Dio Trinità, come era nel progetto originario del Padre (Genesi 1,26) e come vuole Gesù (Giovanni 17,21). Solo lo Spirito può far sì che l’umanità, pur differenziata per idiomi, abitudini, culture, possa parlare e comprendere lo stesso linguaggio, quello dell’unica fede che scaturisce dal comandamento dell’Amore, come è sperimentato dalle etnie presenti a Gerusalemme nella prima Pentecoste. Dio opera in noi Tutte le letture tornano sull’Amore che unifica, avvicina a Dio e dà vita: Paolo scrive ai Romani (II Lettura) e chiarisce che, se Cristo è veramente in noi, agiremo non secondo la carne ma secondo lo Spirito, che è vita: saremo figli ed eredi della salvezza; il Vangelo insiste sull’insegnamento di Gesù già proposto nella VI Domenica di Pasqua, che ha il suo centro nell’Amore che viene dall’alto: «Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». Se fossimo tentati di pensare che non è possibile a noi realizzare l’amore, qui e ora, su questa terra martoriata dal male, che siamo destinati a soffrire le conseguenze del peccato e della morte, Gesù ci conferma oggi nella certezza che dà la fede: il Padre e il Figlio sono in noi e operano attraverso noi nello Spirito, che il Padre ci ha inviato nel nome di Cristo, che ci insegna ogni cosa e ci ricorda che la Parola di Gesù non passa e che Egli, per sempre, ha vinto il mondo.

Famiglia Cristiana, il Giorno di Pentecoste.

Avvisi della settimana

  • Giovedì 9 alle ore 8.00 inizia per tutti i nostri ragazzi l’oratorio estivo.
  • Oggi, domenica 5 giugno ricordiamo i 100 anni della cooperativa San Paolo di Borsano.
  • La S. Messa delle ore 10.30 sarà animata dalla contrada S. Antonio. Durante la messa sarà consegnato il mandato agli educatori dell’oratorio estivo.
  • Domenica 26 giugno la sezione AVIS di Borsano festeggerà il 50° anniversario di fondazione con il seguente programma:

Ore 10.15 ritrovo Labari presso al chiesa Parrocchiale

Ore 10.30 S. Messa in ricordo del 50° anniversario

Ore 11.30 inaugurazione della mostra sul “Dono del Sangue” presso oratorio di Borsano, sede del gruppo “Gioacchino e Anna” in via S. Pietro 15. A seguire rinfresco.

Avvisi settimana dal 23 maggio al 29 maggio

  • lunedì 23 maggio: Alle ore 21.00 si terrà il Santo Rosario in chiesa parrocchiale
  • Mercoledì 25 maggio: Alle ore 21.00 si terrà la Santa Messa con la catechesi per giovani e adulti
  • Giovedì 26 maggio: Dalle ore 16.00 alle ore 18.00 sarà presente il confessore straordinario Alle ore 21.00 presso la sala riunioni dell’oratorio si riunisce il consiglio pastorale.
  • Venerdì 27 maggio: Alle ore 16.45 si terranno le confessioni dei cresimandi Alle ore 21.00 ci sarà la recita del Santo Rosario presso la contrada S. Giuseppe, via Mortara 13 Alle ore 21.00 presso la sala riunioni dell’oratorio si terrà il secondo incontro di formazioni per gli animatori dell’oratorio estivo.
  • Domenica 29 maggio: Alle ore 10.30 celebreremo le S. Cresime dei nostri ragazzi di quinta elementare.
  • inoltre: Destina il 5×1000 alla nostra Scuola materna, è sufficiente firmare sul modello 730/unico/cud nel riquadro dedicato alle organizzazioni  non lucrative di utilità sociale (opnlus) e riportare sotto la propria firma il codice fiscale: 81000310128. In alternativa comunica la tua scelta al professionista oppur al C.A.F a cui ti rivolgi per la compilazione dei modelli di dichiarazione.
  • Ricordiamo che dal prossimo week-end apriranno le iscrizioni per l’oratorio estivo 2022, in segreteria dell’oratorio dalle 16.30 alle 18.30

Lui Voce, Lui Notizia

Pensiero del don

Il mese di maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro abbiniamo alla Madonna. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari, sono frequenti i pellegrinaggi ai santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere speciali alla Vergine. Un bisogno che si avverte con particolare urgenza nel tempo che stiamo vivendo. Lo sottolinea il Papa nella “Lettera” inviata a tutti i fedeli il 25 aprile scorso. Un invito caldo e affettuoso a riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa. Lo si può fare insieme o personalmente, ma senza mai perdere di vista l’unico ingrediente davvero indispensabile: la semplicità. Contemplare il volto di Cristo con il cuore di Maria, aggiunge papa Francesco, che propone ai fedeli i testi di due preghiere alla Vergine, “ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova”. In particolare la storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in “Las Cantigas de Santa Maria” celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (…)». Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco vissuto tra il 1295 e il 1366 nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bei viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Ma il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Siccome alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria. Le prime pratiche devozionali, legate in qualche modo al mese di maggio risalgono però al XVI secolo. In particolare a Roma san Filippo Neri, insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre, a cantare le sue lodi, a offrire atti di mortificazione in suo onore. Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata “Comunella”. Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominiciava a cantar maggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria….». Si cominciò con il Calendimaggio, cioè il primo giorno del mese, cui a breve si aggiunsero le domeniche e infine tutti gli altri giorni. Erano per lo più riti popolari semplici, nutriti di preghiera in cui si cantavano le litanie, e s’incoronavano di fiori le statue mariane. Parallelamente si moltiplicavano le pubblicazioni. Alla natura, regina pagana della primavera, iniziava a contrapporsi, per così dire, la regina del cielo. E come per un contagio virtuoso quella devozione cresceva in ogni angolo della penisola, da Mantova a Napoli. L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio “Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei”. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine». In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica “Il mese di Maria o sia di Maggio” e di don Giuseppe Peligni. Il resto è storia recente. La devozione mariana passa per la proclamazione del Dogma dell’Immacolata concezione (1854) cresce grazie all’amore smisurato per la Vergine di santi come don Bosco, si alimenta del sapiente magistero dei Papi. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia». Nessun fraintendimento però sul ruolo giocato dalla Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Un ruolo, una presenza, sottolineato da tutti i santi, specie da quelli maggiormente devoti alla Madonna, senza che questo diminusca l’amore per la Madre, la sua venerazione. Nel “Trattato della vera devozione a Maria” san Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Dio Padre riunì tutte le acque e le chiamò mària (mare); riunì tutte le grazie e le chiamò Maria».

Tratto da Avvenire

Avvisi della Settimana

  • Giovedì 5 maggio alle ore 21.00, si riunisce il Consiglio dell’Oratorio in segreteria dell’oratorio.
  • Oggi domenica 8 maggio, prima domenica del mese. All’interno di Lui Voce Lui Notizia è inserita la busta per la raccolta straordinaria per i bisogni della parrocchia.
  • Domenica 8 maggio Festa della contrada S. Maria. Al termine di tutte le celebrazioni verranno venduti, fuori dalla chiesa, i biscotti della contrada.  (vedi volantino).
  • Domenica 8 maggio ore 15.30 celebrazione Battesimi comunitari
  • Mese di Maggio tradizionalmente dedicato alla Beata Vergine Maria. (vedi volantino).
  • Si informa che l’Avvocatura della Curia di Milano, conferma l’obbligo dell’utilizzo della mascherina durante le celebrazioni liturgiche e le catechesi svolte al chiuso.