Lui voce, Lui notizia

Per meditare

Carissimi, gli Atti degli apostoli, il libro della prima comunità cristiana, registra un episodio forse poco noto, ma che può dire molto al nostro presente, segnato dalle fatiche interiori e materiali. La regione della Giudea, in cui la Chiesa primitiva si trovò a mettere i primi passi, fu colpita da una seria carestia. Di fronte a questa situazione di difficoltà, le altre comunità cristiane fuori dalla Giudea si organizzarono per mandare un soccorso materiale e spirituale ai cristiani che vivevano lì (At 11,27-30).

Si trattò di una decisione sgorgata dal cuore e che si tradusse in solidarietà: «I discepoli stabilirono di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea, ciascuno secondo quello che possedeva». Si può dire che questo sia uno degli effetti più belli della effusione dello Spirito, disceso sui discepoli in occasione della Pentecoste. Lo Spirito non estranea i credenti dalla storia, ma al contrario li spinge a portare frutti concreti di carità fraterna. Ciascuno offre quello che può e quello che sa essere di aiuto all’altro. La Chiesa delle origini – come quella dei nostri giorni – sente che la sua fede nel Risorto si deve fare cura dell’altro, soprattutto dei più bisognosi. Prendersi cura significa sconfiggere l’indifferenza, non voltarsi dall’altra parte, tendere la mano, fasciare le ferite, consolare, farsi carico delle sofferenze dell’altro sull’esempio del Buon Samaritano. La cura ha solitamente a che fare con terapie e medicine, ma è anche questione di cuore: che si dilata, che accelera la sua corsa per sostenere uno sforzo, che porta linfa fino alle periferie, che irrora e diffonde calore. In questo anno, segnato dal dolore e dal lutto, il cuore del Papa ha restituito una speranza a persone stanche e debilitate dagli affanni e dall’incertezza: a Roma, in Italia e negli angoli più lontani del mondo, in quelli nascosti e spesso dimenticati. Ma il cuore non può restare isolato, ha bisogno dei vasi sanguigni che contribuiscono tutti insieme a far funzionare ogni parte del corpo. «L’essenziale è la salute, tutta: del corpo e dell’anima. Custodiamo bene quella del corpo, ma anche quella deH’anima», è stato l’invito di Francesco. La «Giornata per la Carità del Papa», che si celebra domenica 27 giugno, diventa occasione per riscoprire l’importanza e il valore dell’essenziale. In un tempo così difficile possiamo dare un segno di amore al Papa, sostenendo concretamente le Sue attività di magistero, di guida della Chiesa universale e di carità. «Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi», ha avvertito Francesco. Adesso l’appello alla generosità di ciascuno è un modo per ricordare che «nessuno si salva da solo» e che ogni gesto, anche il più piccolo, assume un valore grande in quanto segno di comunione e di fraternità. «Quanto è importante educare il cuore alla cura, ad avere care le persone e le cose», ha detto il Papa: le offerte durante le Messe del 27 giugno sono un modo semplice per prenderci cura degli altri, proprio come accadeva nella Chiesa primitiva, e per far sì che i nostri cuori battano all’unisono.

(Card. Stefano Russo, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana)

Avvisi

– Lunedì 21 giugno inizia la terza settimana di oratorio estivo.

– Giovedì 24 giugno, solennità di S. Giovanni Battista, patrono di Busto Arsizio.

– Nel volantino allegato trovate il programma della Festa Patronale.