Meditazione 13 marzo 2020

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo.
Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Il viaggio di Gesù: verso la verità

Mons. Mario Delpini, Omelia della seconda domenica di Quaresima

C’è modo e modo di viaggiare

I milanesi viaggiano di fretta, il tempo è prezioso e non è mai abbastanza, sono impazienti. Hanno premura di arrivare a destinazione. C’è una battuta che dice: “Chi va piano, non è di Milano”. Siccome hanno fretta, alcuni non hanno pazienza di aspettare il treno e di usare i mezzi pubblici: il risultato è che si mettono in coda per ore, ogni giorno. I milanesi viaggiano di fretta.
Perciò sorprende considerare come viaggia Gesù. È in viaggio verso la Galilea, si ferma però a parlare con la donna samaritana per un dialogo di straordinario interesse e poi si ferma addirittura due giorni. Il suo modo di viaggiare è una rivelazione: più che la meta gli interessa la gente.

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Meditazione 12 marzo 2020

GENESI 16, 1-15; PROVERBI 6, 20-29; VANGELO Mt 6, 1-6

Dopo aver parlato delle promesse di Dio fatte ad Abramo, l’autore sente la necessità di spiegare perché gli Ismaeliti, beduini nomadi del deserto arabico, pur avendo legami di sangue e di razza con gli ebrei non entrano nella linea delle promesse. Vengono presentate tre figure: Abramo il capostipite, Sarai sua moglie sterile ed Agar la schiava egiziana.  Secondo la mentalità biblica, solo Dio può dare o rifiutare la vita, la fecondazione non è solo un fatto biologico. Sarai è presentata come sterile, perché la discendenza di Abramo deve essere frutto di un intervento miracoloso di Dio. Abramo resta passivo e non aiuta la moglie ad aspettare la promessa. Sarai vive come una colpa questa sua sterilità, che l’umilia, e cerca di porvi rimedio seguendo le usanze del tempo. Sarai non sa essere serva del progetto di Adonai, e non aspetta che sia Dio stesso a farla uscire dalla sua umiliazione, secondo la figura del Servo di Isaia che si affida al Signore.

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Meditazione 11 marzo 2020

GENESI 14, 11-20a; PROVERBI 6, 16-19; VANGELO Mt 5, 38-48

L’Alleanza che Dio ha fatto con noi è una cosa concreta, che passa nella quotidianità simboleggiata dal pane e dal vino. La Bibbia dà importanza ai valori “simbolici” ed è in quest’ottica che si colloca il racconto di Melchisedek, re di Salem. Su questa festa si possono dire tante cose, che vanno dalla tradizione, alla devozione all’intimismo (processioni, culto e preghiera personale). A noi sembra però importante mettere in evidenza l’aspetto del dono, presente in tutte e tre le letture. Il re di pace, Melchisedek, non fa cose strampalate o eclatanti, ma offre semplicemente pane e vino, con una benedizione (rendimento di grazie, lode).

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Meditazione 10 marzo 2020

GENESI 13, 1b-11; PROVERBI 5, 15-23; VANGELO Mt 5, 31-37

Abramo era molto ricco e nel testo biblico è detto che era molto pesante, secondo l’espressione ebraica e le ricchezze sono effettivamente un peso: coloro che vogliono essere ricchi si caricano di pegni. C’è un affaticarsi nell’accumulare ricchezze, segue poi: la paura di tenerle in un posto veramente sicuro, le tentazioni nell’utilizzarle in modo sbagliato, le colpe nell’abusarne, un penarsi perdendole ed infine un fardello nel rinunciarvi. Tuttavia Dio, nella sua provvidenza, fa arricchire anche gli uomini buoni e, infatti, la benedizione di Dio fece arricchire Abramo senza affanni. Sebbene sia difficile per un uomo ricco entrare nel regno dei cieli, tuttavia, in alcuni casi, può succedere. Ciò nonostante, riguardo alla prosperità, se essa è ben gestita, è un ornamento alla pietà e un’opportunità per fare meglio il bene.

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Meditazione 9 marzo 2020

GENESI 17, 1b-8; PROVERBI 5, 1-13; VANGELO Mt 5, 27-30

Il Signore appare ad Abramo perché desidera fare con lui e la sua discendenza un patto di Alleanza. I Patriarchi, prima di Mosè, chiamano Dio “El Shaddai, il Dio della montagna”, immagine diffusa nel mondo antico. Anche i greci pensavano gli Dei sull’Olimpo e i Babilonesi, in mancanza di montagne, costruivano dei giardini o torri pensili con il tempio del Dio in cima. Lo stesso tempio di Gerusalemme è sul monte Sion, poiché la montagna è la realtà più alta che può raggiungere il cielo. Dio è oltre il nostro orizzonte, altissimo e trascendente.

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